VII (2011)

_SAGGI

    La storia della filosofia in Luigi Scaravelli 

di Massimiliano Biscuso

Lo studio inizia con l’esaminare il percorso compiuto dal giovane Scaravelli per liberarsi dai presupposti della storiografia filosofica idealistica e per giungere ad individuare le condizioni trascendentali necessarie a pensare la storia della filosofia come una storia reale. In un secondo momento cerca di mettere alla prova le concrete analisi storiografiche compiute da Scaravelli per valutare se esse soddisfino quelle condizioni. Da questo esame emergerà il problema di come pensare l’effettiva novità nella storia del pensiero, cioè i rapporti di continuità e di discontinuità nella storia della scienza e della filosofia, che saranno affrontati negli scritti successivi alla Critica del capire. L’analisi si conclude discutendo una possibile soluzione operante di fatto, ma da Scaravelli non tematizzata, ai problemi rimasti insoluti, quella di «mentalità», e le sue applicazioni alla storia della fisica e della filosofia.

    Husserl in Italia (1955-1967)

di Federica Buongiorno

Scopo del contributo è offrire una ricostruzione, storica e problematica, della ricezione di Husserl in Italia tra la metà degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, quando fiorì quella «seconda ondata di studi husserliani» che, guidata da Enzo Paci e da una nutrita cerchia di altri studiosi, si caratterizzò soprattutto per l’applicazione dello schema dialettico hegeliano alla fenomenologia. Tale applicazione, tuttavia, non esaurisce l’ampiezza delle opzioni interpretative in campo: si mostreranno le linee di divergenza da essa e l’originalità delle singole elaborazioni, il cui insieme viene a costituire un quadro ricco di problemi teoretici, non solo interni all’esegesi fenomenologica ma anche peculiari del filosofare italiano di quegli anni.

Ancora oggi, a distanza di ventiquattro secoli, non possiamo non dire che tutti i più profondi segreti della metafisica siano custoditi, come in un prezioso scrigno, all’interno del Parmenide. In questo enigmatico dialogo è racchiuso non solo il nucleo fondante delle Protologie di tutti i tempi, ma anche la struttura essenziale della dialettica. Se ne accorse Hegel, il quale denominò il Parmenide «la più grande opera d’arte della dialettica antica». In questo saggio viene offerta una ricognizione delle interpretazioni che alcuni studiosi italiani hanno compiuto della lettura hegeliana del Parmenide platonico, negli ultimi cinquant’anni: dopo aver ricostruito le linee essenziali del dibattito, l’Autore fornisce la sua chiave interpretativa.

    Leopardi e lo stoicismo

di Morris Karp

Da quale punto di vista dobbiamo considerare il passato? L’interpretazione del pensiero stoico che Leopardi offre nel Preambolo al suo Volgarizzamento del Manuale di Epitteto ci pone di fronte a questa inquietante domanda. Gli aspetti paradossali di questa interpretazione richiedono infatti di essere compresi nell’orizzonte del pensiero di Leopardi, alla luce dell’idea di una determinazione storica della natura degli uomini. A partire da questa idea si mostra l’originaria connessione della filologia, del pensiero e della poesia nell’opera di Leopardi. Solo in riferimento a questa connessione il cammino poetico di Leopardi si lascia comprendere nel suo significato più proprio; solo se meditiamo questo cammino, il pensiero di Leopardi può rivelarci il suo segreto rigore.

Questo contributo vuole porre l’attenzione su un problema della tarda filosofia morale kantiana che, recentemente, ha suscitato presso gli interpreti (italiani in particolare) un notevole interesse. Si tratta delle problematiche circa il concetto metafisico di Tugendpflicht nella sua collocazione sistematica e nel suo rapporto con una generale teoria dell’obbligazione razionale. I Metaphysische Anfangsgründe der Tugendlehre rappresentano l’esigenza che l’imperativo categorico stesso, nella sua definizione di principio formale universale, entri in una relazione profonda, una relazione che è deduzione, con la modalità generale secondo la quale nell’uomo si danno azioni morali. Ed è necessario, vista la notevole discordanza degli studiosi circa questo punto cruciale dell’etica kantiana, procedere ad un’analisi dettagliata del complesso lavoro del 1797.

Il Grundriss der Geschichte der Philosophie di Friedrich Ueberweg, pubblicato nella sua prima edizione in tre smilzi volumi fra 1863 e 1866, si sviluppò in seguito come un progetto di ricerca di storia della filosofia più grande e più ambizioso. Con le sue dodici edizioni fino il 1928 divenne il manuale principale per generazioni di ricercatori, professori e studenti di filosofia. La collana Die Philosophie des 19. Jahrhunderts rientra nel quadro generale del Grundriss e risponde anche per questa epoca all’esigenza di un’opera storico-filosofica di riferimento in lingua tedesca. Lo scopo è di restituire lo stato più recente della ricerca storico-filosofica in una presentazione più assortita e dettagliata.

    Globalizzazione ed etica. Osservazioni dal disincanto

di Francesco Saverio Trincia

Francesco Saverio Trincia riflette, in questo saggio, sul problema attuale del rapporto tra globalizzazione ed etica, ponendosi in una prospettiva teorica che salvaguardi la possibilità del discorso normativo, pur all’interno della socialità mondializzata. L’ipotesi è sorretta dall’evocazione di un nuovo logos filosofico, come nuovo stile di pensiero, ancora da inventare e praticare, nel quale i motivi di quella che si configura comunque come una critica della globalizzazione nei suoi effetti di debilitazione del pensare e dell’agire responsabile dei singoli possano esprimere le esigenze di una singolarità del fare, dell’essere, del desiderare, del godere che non perde il contatto con le richieste dell’universalità, in una messa in questione critica dell’accettazione non discussa di una fine della dimensione politica a vantaggio di un ripiegamento individuale.

_INTERVISTE

In questa breve intervista a Fabio Ciracì si ripropone all’attenzione del lettore  la figura e l’opera di Giuseppe Melli, che fu tra i primi studiosi e interpreti italiani della filosofia di Schopenhauer. Si apprende che questi fu sì seguace di Schopenhauer, ma seguendo un indirizzo del tutto originale, che esaltava il ruolo morale della filosofia, punto di vista teoricamente sostenuto da Melli grazie al rinvio alla lezione di Socrate ma, anche, a quella che da Kant discendeva lungo il filone della filosofia neokantiana di Felice Tocco. Veniamo informati anche che su Giuseppe Melli si stanno conducendo studi che riguardano sia il suo lascito filosofico che i rapporti con il mondo della letteratura.

_RECENSIONI

    Ginevra Bompiani, L’attesa, et al Edizioni, 2011

di Francesco Saverio Trincia

    Bertrando Spaventa, Opere, Bompiani, 2008

di Stefania Pietroforte